«Ci son cascato di nuovo» Si, proprio così. Era da tempo che non scrivevo sulla situazione politica morrese, dopo un anno di dirette e 10 newsletters prodotte per il format di «SpazioMorra». Un anno di alti e bassi, di amicizie nuove, e vecchie che si sono rotte. Mi ero ripromesso di non voler trattare più delle vicende del paese, o almeno non subito, dopo la vittoria di Vincenzo Di Sabato, per dargli il tempo di lavorare. Poi il coronavirus, le tante vicende personali, mi hanno fatto scegliere la via del silenzio. Ma quello accaduto ieri merita un commento e visto che in molti me lo avete chiesto, ecco un resoconto di quella che potremmo definire come la «Scissione di Palazzo Molinari»
In sintesi
Ieri, 27 novembre 2020, durante la seduta del consiglio comunale, i malumori che da tempo circolavano tra il vice-sindaco ed il sindaco, sono venuti a galla. Dopo una lettera fatta circolare il giorno prima, dove si annunciava la volontà di revocare gli incarichi dati al vice, il litigio è andato in scena, ed è stato dato il via ad un rimpasto amministrativo che potrebbe cambiare in maniera radicale la fisionomia dell’amministrazione comunale morrese.
Come si è giunti a questo?
Lontani ormai sono i tempi in cui la compagine di «Orgoglio morrese» sembrava compatta e unita. Citando le parole del consigliere di minoranza Gerardo Di Pietro, non solo si è «liquefatta», ma possiamo affermare che, al momento, ci sia una rottura totale al suo interno. Quello avvenuto ieri, però, è solo il culmine di mesi di malumori che circolavano in seno al gruppo alla guida del Comune, mesi nei quali i toni sono diventati sempre più aspri. Ma andiamo con ordine.
A maggio dello scorso anno, Vincenzo usciva vittorioso da una campagna elettorale dura, a tratti violenta, contro la lista «Uniti per Morra» con alla guida Maria Concetta Di Santo. Inutile tornare su cosa sia stato detto o fatto nel mese di maggio del 2019, ma tutti ricorderanno l’affiatamento che c’era tra il candidato a sindaco ed un elemento tornato a Morra (in senso politico) dopo anni di assenza: Enrico Indelli. Una macchina da guerra perfetta questo binomio, che ad ogni comizio macinava voti e costruiva la vittoria finale. Non me ne vorrà nessuno se dico che questa coppia sia stata il perno fondamentale della vittoria. Ed anche il risultato lo conferma: Vincenzo vince con 522 voti, dei quali 84 portano il cognome «Indelli». Nessuno come lui, in nessuna delle due liste in gara.
Stando a quanto detto ieri proprio da Indelli, nonostante questo il sindaco non voleva lui come vice, e fu solo una volontà collettiva del gruppo a fargli avere la nomina. Che sia vero o meno, la storia ci riporta il dato del conferimento della carica a lui. Ma non solo. I primi mesi di lavoro videro coinvolto Indelli anche nel settore più discusso in campagna elettorale: l’UTC (Ufficio Tecnico Comunale).
Nessuno avrà dimenticato le infuocate parole dell’architetto Ciccone, o dello stesso Vincenzo, proprio contro questo ufficio, ed in pochi avranno la volontà di smentire un’affermazione: se Vincenzo ha vinto, è anche perché aveva promesso una sostanziale rivoluzione proprio all’interno del settore tecnico.
L’allontanamento di Graziano sembrava andare in questa direzione ed anche l’aver voluto dare l’incarico a Indelli di supervisionare i lavori di questo settore sembravano volti a voler attuare un maggior controllo verso l’organo comunale che, stando alle parole sintetizzate durante i comizi, più aveva contribuito allo «sfacelo morrese».
Dopo un anno di lavoro, nel quale la nuova amministrazione ha dovuto fare i conti con varie problematiche, il connubio Di Sabato-Indelli ha iniziato pian piano a scricchiolare, con un malumore sempre più crescente tra i due.
I motivi non sono chiari a tutti, e si basano sostanzialmente solo su chiacchiericci e voci di corridoio. Ma si può risalire ad un momento specifico dal quale la situazione ha avuto un crollo precipitoso.
Cittadinanze e regionali
Se si dovesse trovare un punto di rottura «quasi» ufficiale tra Vincenzo ed Enrico, si deve partire dai giorni immediatamente precedenti il conferimento della cittadinanza onoraria al presidente della regione Vincenzo De Luca. In realtà, sembrerebbe che litigi tra Di Sabato e due membri della maggioranza fossero già avvenuti: in molti sostengono, infatti, che Franco Ciccone e Rosario Di Pietro fossero già in rotta di collisione con il sindaco, ma nessuno sospettava ancora a che livello fosse arrivato questo malcontento.
Tornando a De Luca, i giorni che hanno preceduto la sua nomina a cittadino onorario sono stati tutt’altro che facili. Io stesso ho assistito al momento in cui, due giorni prima dell’evento, Vincenzo, dicendo che la volontà di questa manifestazione fosse di Indelli e che a parer suo era stata organizzata male e di fretta, andò via dal Comune, sia per motivazioni di salute sia perché voleva dedicarsi a del lavoro personale arretrato, lasciando al vice la responsabilità del portare a termine il lavoro. Ci furono altri avvenimenti in quei giorni che effettivamente palesarono agli occhi miei e di persone al di fuori dell’amministrazione del come il clima di idillio e di fratellanza dell’anno prima, fosse solo un ricordo.
Giunge, comunque, la data del 20 agosto. Qualcuno mostrò preoccupazione, arrivando a temere che il sindaco, irreperibile in quei giorni per i motivi detti, non si presentasse. Alla fine, come tutti hanno potuto vedere, ha presieduto alla cerimonia, conferendo la cittadinanza al «governatore».
Ma qualcosa si era oramai rotto. L’aria di freddezza tra sindaco e vice era evidente a tutti, e non si è nascosta, in più occasioni, ultima (alla quale ho avuto modo di partecipare), la cerimonia di affissione dell’epigrafe dedicata a Celestino Grassi, vicino la sua casa natale. Ai partecipanti non è sfuggito notare che il sindaco con i fedelissimi erano da una parte, ed i «dissidenti» dall’altra.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, nominata anche nella mattinata di ieri, però, è stata l’organizzazione della campagna per le regionali. Il riassunto di quei giorni sarebbe davvero lungo, ma ci sono sostanzialmente due cose da tener presente:
1. Indelli, insieme al suo «gruppo», ha deciso di dare appoggio aperto al Pd, sostenendo la candidatura di Rosetta D’Amelio. Quest’ultima ha partecipato anche ad una riunione nella quale «ringraziava Morra e chi voleva prendere questo impegno».
2. Il sindaco non ha preso una posizione ufficiale, volendo mantenere l’imparzialità, ma comunque sembra che abbia criticato aspramente la decisione del vice e dei suoi amici.
I risultati elettorali hanno visto vincente De Luca, ma Rosetta fuori dal consiglio regionale. A Morra una sessantina le preferenze. Questo fatto sembra aver causato uno spunto di ulteriore allontanamento: alcune persone vicino a Vincenzo hanno fatto notare come l’impegno di Enrico e della sua squadra, sia servito a poco.
Si potrebbe effettivamente aprire un discorso sull’analisi del voto delle regionali, ma va registrato come dato storico: da quel momento Vincenzo ed Enrico hanno stoppato i rapporti amichevoli.
Cosa sia avvenuto nel mentre in pochissimi lo sanno, ma il risultato si è palesato ieri: da una parte Enrico accusa di non aver voluto aprire un dialogo in sedi istituzionali, Vincenzo ed il capogruppo, Giuseppe Covino. Accuse rimandate al mittente, con l’aggiunto che anche Indelli ed i suoi le riunioni le avrebbero fatte «dentro le case».
La lite andata in scena, quindi, ha sancito il culmine di un percorso partito almeno ad agosto del 2020.
Ma cosa è successo in pratica?
Un agguerrito Vincenzo ha letto una lunga lettera nella quale aveva chiesto ad Indelli chiarimenti su svariati progetti del Comune: dal ponte a Selvapiana, al cosa avesse organizzato per il quarantennale dal sisma, passando per il punto che meno è andato giù al sindaco: la perdita di 700 mila euro per il progetto di ristrutturazione del campo sportivo.
L’ormai ex vice, dal canto suo, ha provato una difesa, leggendo, anche lui, una lettera, firmata da tutti e tre i dissidenti, e ribattendo sulle accuse fatte nei suoi confronti, come quella sulla vicenda campo sportivo: «Le carte per il campo le ho firmate alle 16 del giorno prima. La colpa è dei tecnici». Ecco rispuntare loro, i membri di quell’ufficio che tanto ha fatto parlare. In molti hanno notato, comunque, come alcuni componenti della maggioranza abbiano avuto un sostanziale avvicinamento a quelle persone che fino all’anno prima sembravano, a sentire i comizi, gli artefici della rovina del paese.
Se dovessimo, però, analizzare «all’americana» il duello tra i due, potremmo dire che il primo round è andato a Vincenzo: più a suo agio, con un’evidente preparazione maggiore del suo discorso. Enrico si è mostrato troppo frettoloso nella lettura della sua difesa, a tratti ha fatto trasparire il nervosismo e l’emozione del momento.
Soffermiamoci, però, sulla votazione del bilancio.
Su questo punto, il sindaco, è stato chiaro nella seduta di ieri: «Nei prossimi giorni ci sarà un rimpasto amministrativo, ed io aprirò un tavolo di discussioni solo con chi voterà a favore del bilancio perché reputerò costoro dalla parte di chi vuole il bene del paese». Il motivo di queste parole, spiegato in breve, è chiaro: se il bilancio non si approva, l’amministrazione salta, in un momento di crisi. Di altra opinione, però, ad esempio, la consigliera di minoranza Fiorella Caputo, ex assessore ai lavori pubblici e da sempre vicina alle posizioni di Gerardo Capozza: «Io voto contro come atto politico perché il bilancio è un atto politico.»
Alla fine hanno votato sfavorevolmente Indelli (nonostante, come affermato dal sindaco, avesse approvato in giunta il bilancio), Ciccone, Di Pietro (Rosario) e Fiorella. Dall’altra parte, a favore, i restanti componenti della maggioranza e, non tanto a sorpresa, Gerardo Di Pietro e Maria Concetta Di Santo. Perché non tanto a sorpresa? I più informati sapevano da tempo che Gerardo non nascondeva la volontà di sostenere il sindaco in caso di difficoltà sul bilancio. L’ex delfino di Capozza è oramai in rotta di collisione con quest’ultimo da almeno un anno. Anche Maria Concetta sembra essersi allontanata da questa frangia, trovandosi ora ad aver evitato la caduta del suo ormai non più rivale. La giustificazione di Gerardo non è mancata, anzi, la dichiarazione: «Non vogliamo giustificarci. Per noi questo è un atto di responsabilità. Sappiamo cosa ci aspetta, ma non possiamo far cadere l’amministrazione in questo momento».
Ed ora?
I prossimi giorni saranno cruciali, anche se in molti sospettano che il nome del nuovo vicesindaco già si sappia. Chi? Qualche ipotesi…
1. Vincenzo sceglie di blindare la minoranza. Gerardo Di Pietro vicesindaco, Di Santo assessore. Una giunta che vedrebbe quindi coinvolti gli ex «unitari» per avere la certezza della maggioranza in consiglio comunale. Improbabile, ma non impossibile.
2. Promozione dell’uomo di fiducia. In questo caso Giuseppe Covino da capogruppo passerebbe a vicesindaco, come assessore la scelta cadrebbe probabilmente su Maria Concetta: non solo questione di «genere», ma anche un «premio» per il sostegno sul voto in consiglio. Alternativa un ritorno di Lucia Caputo come assessore.
3. I due candidati vicini. In questa scelta Vincenzo chiamerebbe al suo fianco Maria Concetta, come vice, e passerebbe la palla dell’assessorato, con delega ai lavori pubblici, a Giuseppe Covino, che sembrerebbe, secondo molti, comunque destinato a ricoprire questa delega.
Questi i panorami più papabili, anche se le combinazioni possono essere varie.
E la minoranza? Indelli, con il suo gruppo, sono stati sostanzialmente espulsi dagli «orgogliosi» e si ritrovano a dover precorrere questi 3 anni e mezzo amministrativi in seno alla minoranza. Questo potrebbe aprire svariati scenari, come un possibile avvicinamento a Fiorella Caputo e, di conseguenza, al di fuori delle mura del Comune, alla posizione di Gerardo Capozza. Quest’ultimo sicuramente avrà fatto un sorriso pensando alle difficoltà amministrative che sta percorrendo Vincenzo, e non è detto che non si possa avvicinare proprio ad Indelli, in un’ottica di coalizione futura: il nemico «in comune» ora c’è.
Non bisogna dimenticare che altri personaggi potrebbero entrare in gioco, come Massimiliano Caputo, il quale potrebbe essere preso in considerazione in ottica «prossime elezioni», ma un suo avvicinamento a Capozza sembra assai improbabile.
In poche parole il panorama sembra promettere scintille, anche se la preoccupazione di un’instabilità amministrativa in questo periodo attanaglia molti cittadini: il covid avanza, la zona industriale soffre e lo spettro dello spopolamento è stato tutt’altro che risolto.
Riflessione personale…
Porterò con me due curiosità:
Da una parte la totale mancanza di discussione sulla questione «telefonini». L’argomento è molto scottante, con un danno alle casse comunali intorno ai 50.000 euro. Ieri pochissime parole in merito e votazione frettolosa con tutti favorevoli per la risoluzione della faccenda. Sarebbe interessante capire cosa sia successo, chi siano i colpevoli e se sono stati presi provvedimenti nei loro confronti e le misure per non far accadere di nuovo ciò. Mi sarei aspettato una disamina su questo da parte del capogruppo Covino, che fino ad un anno e mezzo fa, con «Rinnovamento Morrese», aveva fatto proprio della vicenda cellulari uno dei suoi cavalli di battaglia.
Altra cosa interessante che vorrei approfondire è la questione «Forum»: quest’ultimo ha votato sfavorevolmente sul bilancio. A quanto pare, secondo le parole del sindaco, anche su questo sarebbero gravati i ritardi e disattenzioni dovuti dal comportamento del vicesindaco. Sarà così? Non lo so, ma qualche parola da parte dei diretti interessati non sarebbe male da sentire.
Nel frattempo aspettiamo le decisioni in merito ai nuovi incarichi da parte di Vincenzo, e delle risposte di Enrico alle accuse mosse dal sindaco. Aspetteremo, anche, il nuovo corso al progetto che sapranno intraprendere, da una parte e dall’altra, i due. In fin dei conti non hanno più scuse: il sindaco non ha più un vice che lo «ostacola», dovendo quindi fare il «vice del vice», ed Indelli non ha più la «scusa» di dover supportare e sopportare una maggioranza con la quale non aveva più nulla da condividere. Adesso hanno l’opportunità di dimostrare il loro reale valore.
Ai morresi, poi, l’ardua sentenza…
P.S. Chi volesse rispondere, aggiungere, controbattere o chiarire, può farlo contattandomi.